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sabato 30 gennaio 2016

Kia Sportage: più sportiva e più spaziosa.

La nuova edizione della SUV coreana è grintosa e con interni ampi e accoglienti.

 Fari sfuggenti, larga presa d'aria, il frontale della Kia Sportage sembra quello di una coupé ed è ancora più aggressivo di quello del precedente modello. Anche il resto della carrozzeria ha acquistato sportività, con parafanghi bombati e parte posteriore larga. L'abitacolo della Kia Sportage segna un netto passo avanti, con finiture migliorate e maggior ricercatezza nei dettagli. Lo spazio è abbondante e anche i passeggeri posteriori viaggiano comodi. Non meno ampio il bagagliaio che, a divano in uso, garantisce ben 503 litri di capienza.
Quanto ai motori, quelli a benzina sono i 1.6 con 177 CV e 132 CV. Le unità a gasolio sono il 1.7 da 115 CV e i 2.0 da 136CV o 185 CV. Estesa anche la disponibilità di sistemi di aiuto alla guida: da quello di frenata automatica, a quello si avviso per cambio involontario di corsia. Sempre offerta a trazione anteriore o integrale la nuova Kia Sportage sarà in vendita da febbraio 2016.
Circa 22.000 euro: è questo il presumibile prezzo d’attacco della nuova Kia Sportage, giunta alla quarta generazione. Rispetto al modello uscente, non cambiano granché le dimensioni (448 cm di lunghezza anziché 444 e passo maggiorato di 3 cm, a vantaggio di chi viaggia dietro), mentre lo stile è decisamente diverso: il frontale è aggressivo, con mascherina “a naso di tigre”, luci diurne a led “a cubetto” poste ben più in basso rispetto ai fari; fiancata con linea di cintura alta e nervature pronunciate, fino alla coda, massiccia e più semplice rispetto al frontale, resa visivamente ancor più importante dai fanali a sviluppo orizzontale. La trazione è anteriore o integrale; non mancano le versioni con cambio automatico. Almeno inizialmente, i motori sono un’evoluzione di quelli attuali, con potenza da circa 120 a 190 CV e alimentazione a benzina, gasolio o bi-fuel a Gpl.

Kia Optima: con motore 1.7 turbodiesel da 141 CV.

Arriverà tra pochi giorni la nuova Kia "Optima"

La Kia Optima per noi europei è, a tutti gli effetti, una novità: prima, infatti, non era importata nel Vecchio Continente. In Italia, in particolare, sarà in vendita da aprile; prezzi e dotazioni di serie non sono ancora stati definiti ufficialmente. La linea è filante e sobria, caratterizzata nel frontale dai grandi fanali sviluppati in orizzontale, sino ad abbracciare la fiancata, che si uniscono alla mascherina “a naso di tigre” tipica degli ultimi modelli della casa coreana. Nel paraurti, con un accenno di spoiler nella parte inferiore, un’ampia presa d’aria centrale e due verticali, a conferire al frontale un tocco sportivo. “Pulita” la fiancata, con la base dei finestrini che risale leggermente verso la “coda”. Il posteriore è caratterizzato da fanali trapezoidali che si fanno notare anche nella vista laterale; il grande lunotto, molto inclinato, non consente una buona visuale all’indietro, ma la telecamera posteriore, che rileva ciò che succede attorno alla vettura, fornisce un prezioso aiuto. 
L’interno della Kia Optima si presenta sobrio e ben curato. Tuttavia, non convincono alcuni elementi secondari, come il cassetto portaoggetti, “leggerino”, non rivestito e dall’apertura poco smorzata. La plancia è divisa in due zone, separate da un profilo cromato: quella superiore ospita il grande e luminoso display da 8 pollici, il cruscotto, dalla grafica ben leggibile, e le bocchette laterali. Nella parte inferiore, in plastica rigida e visibilmente più economica, i comandi per gestire il sistema multimediale, il sofisticato impianto Hi-Fi della Harman/Kardon, con 10 altoparlanti e il climatizzatore automatico. L’abitacolo, luminoso, è davvero generoso di spazio sia per i passeggeri anteriori sia per quelli posteriori. Le poltrone, rivestite in pelle di buona qualità, sono comode e ben imbottite; pure il divano è molto comodo, anche per tre adulti, che possono allungare le gambe. 
Appena avviato, il motore turbodiesel della Kia Optima si fa apprezzare per la buona silenziosità. Nonostante la cilindrata, piuttosto ridotta per le dimensioni dell’auto, il 1.7 da 141 CV non si rivela inadeguato, consentendo a questa grossa berlina di muoversi con una certa disinvoltura soprattutto quando si superano i 2000 giri. Certo, non bisogna avere velleità sportive, ma le riprese sono accettabili: gli 11 secondi dichiarati per lo "0-100" ci sono parsi realistici, al pari della velocità massima ufficiale di 203 km/h. Sembrano, invece, più ottimistici i 22,7 km/l della percorrenza media omologata; alla fine del nostro test, su un percorso misto, il computer di bordo si è fermato a 17 nostri strumenti, sarebbe comunque buono. Comoda e ben insonorizzata, la Kia Optima permette di affrontare i viaggi autostradali nel comfort: l’abitacolo è isolato in modo efficace dai rumori esterni e le giunzioni dell’asfalto vengono filtrate a dovere, con solo qualche occasionale scossone non ben smorzato dalle grandi ruote di 18 pollici dell’esemplari del test. La Kia Optima se la cava bene anche nei percorsi ricchi di curve: le sospensioni, non troppo cedevoli, tengono a bada il rollio e, anche quando si forza il ritmo, le reazioni sono sempre equilibrate. Non ci ha convinto fino in fondo, invece, lo sterzo, anche nella modalità Sport un po’ lento e non molto preciso all’aumentare della velocità: avremmo preferito una maggiore consistenza del comando. All’altezza delle aspettative la stabilità e la potenza dell’impianto frenante. La dotazione di sicurezza è notevole: regolazione automatica della velocità di crociera per mantenere la distanza di sicurezza, frenata d’emergenza automatica, dispositivo che rileva il rischio di uscire dalla corsia di marcia, sistema che evita di abbagliare i conducenti delle auto che provengono in senso contrario.

Nuova "Ford Focus RS" : una due volumi da F1.

Arriverà tra pochi giorni in Italia la nuova Ford Focus RS: con un  motore da 350 CV da 2.5 litri.

Nuova Ford Focus RS, svelata già al salone di Ginevra 2015, è tornata in un secondo momento per farsi vedere al salone di Francoforte 2015 e non ha alcuna intenzione di stare a guardare mentre i brand premium portano in alto l'asticella della potenza.
Si ragiona di una potenza di 350 CV, valore indicato dalla casa produttrice. Se una variante ST della segmento C tedesca è già presente sul mercato, ecco che la RS è un'alternativa ben più preparata e pronta a lanciarsi nella mischia. Il frontale è un capolavoro di aggressività, il volume meglio disegnato sulla Focus. Basata sull'ultimo restyling, svetta il paraurti delle aperture generose, con uno splitter al centro sormontato dall'ampia presa d'aria a forma di trapezio, che si innesta sul portatarga. Da applausi anche la calandra esagonale, a sua volta unita con le aperture più esterne, che celano fendinebbia e prese supplementari per il raffreddamento. Sul cofano, nervature a parte, non ci son sfoghi d'aria aggiuntivi. Quanto ai gruppi ottici, di serie sono previste lampade bi-xenon e il sistema adattivo di illuminazione.
Fiancata contrassegnata dai cerchi in lega multirazze, dal diamentro di 19", senza altre caratterizzazioni estetiche particolari. Da segnalare la diversa gommatura, Michelin Pilot Super Sport di serie, o i semislick Michelin Pilot Sport Cup 2, nella misura 235/35 R19. Al posteriore, due terminali di scarico oversize spuntato tra i finti canali del diffusore, inserito nel paraurti.
Impossibile non accorgersi anche dell'ala di generose dimensioni, mentre i gruppi ottici replicano quelli standard delle Focus più tranquille, e sono il particolare a nostro avviso meno riusciti della compatta.

Per giocare con i grandi, devi procurarti l'equipaggiamento adeguato. Il motore turbo a benzina 2 litri che equipaggia la ST non riesce a eguagliare i numeri del pari cilindrata dei record, il Mercedes elaborato AMG. Cresce leggermente la cubatura, per arrivare a 2.3 litri: è lo stesso che equipaggia la Mustang, riviso nel turbocompressore twinscroll, a bassa inerzia, e nei condotti d'aspirazione più grandi. La potenza massima è di 351 CV ad un  regime di rotazione di 6.800 giri/min., con una coppia di 440 Nm. Con funzione di overboost la coppia massima sale per 15 secondi fino a 470 Nm.
Scaricare tutta la potenza solo sulle due due ruote anteriori,la sfida riuscì in Ford con RS500, forti di un  sistema sospensione anteriore i grado di azzerare i ritorni di coppia sullo sterzo e un differenziale a controllo elettrico che dovrà eliminare ogni avvisaglia di pattinamenti in trazione. Tutto questo si traduce in prestazioni veramente da urlo, con una velocità massima di 266 Km/h ed un'accelerazione  da 0 a 100 Km/h in 4,7 secondi. La nuova Ford Focus RS, invece, va verso la trazione integrale, con ripartizione della coppia al 70% al posteriore. Il sistema si compone di una doppia frizione collocata sul differenziale, capace di trasferire fino al 100% della coppia su una singola ruota. I tecnici pongono l'accento proprio sull'handling migliorato, tanto da svelare una tenuta in curva superiore a 1G. A tutto questo dobbiamo ancora aggiungere la presenza del launch control e della drift mode, quest'ultima verrà sicuramente molto apprezzata dagli estimatori delle sgommate.
Guardando al comparto sospensivo, l'architettura generale non varia, cambiano le tarature di molle e ammortizzatori, dimensionamento delle barre antirollio e la possibilità di intervenire con l'elettronica a impostare due diverse risposte dell'ammortizzatore: una "confort" per l'uso su strada e una seconda più rigida per l'impiego in pista.
La Ford ha ufficializzato un  prezzo di listino della nuova Ford Focus RS 2015, per l'Europa, di 38.500 Euro.

venerdì 29 gennaio 2016

WhatsApp sarà gratuito: abolito l'abbonamento annuale!

Il fondatore di WhatsApp, Jan Koum ha appena annunciato che l'azienda ha deciso di eliminare l'abbonamento annuale richiesto, un modo per avvicinare più persone alla piattaforma IM ed eliminare le barriere economiche. La notizia arriva a sorpresa, l'applicazione conta infatti oltre 900 milioni di utenti mensili e ciò equivale in questo momento a quasi 1 miliardo di dollari l'anno con i soli abbonamenti.

Non funziona proprio bene
Lo ha affermato lo stesso Koum nel corso della conferenza DLD che si sta tenendo a Monaco, perchè poco meno di un dollaro può non sembrare un grande ostacolo, ma la necessità di inserire i dati della propria carta sugli store virtuali (AppStore, PlayStore etc...) ha creato fino adesso delle limitazioni. Il costo annuale verrà abolito immediatamente su tutte le piattaforme, serviranno tuttavia alcune settimane prima che l'intera infrastruttura di pagamento venga tolta da tutte le applicazioni mobili. E in caso ve lo stesse chiedendo, non è previsto alcun rimborso per chi ha appena pagato o lo farà nelle prossime ore o giorni.

Jan Koum in una foto di Asa Mathat
Mark Zuckerberg e Jan Koum rinunceranno dunque all'unico ingresso certo generato da WhatsApp, una scelta controcorrente che vedrà di certo affacciarsi un nuovo modello di business. Pare che l'obiettivo principale sia al momento quello di avvicinare aziende e utenti, esattamente come avviene su Facebook grazie alle Pagine, ma si vuole evitare lo spam e la pubblicità sgradita.

Chiaro che le persone vogliono sapere come possiamo mantenere WhatsApp senza il costo dell'abbonamento annuale e se l'annuncio di oggi possa aprire all'ingresso della pubblicità nella piattaforma. La risposta è no. Da quest'anno proveremo degli strumenti che permettono di utilizzare WhatsApp per comunicare con organizzazioni e con il mondo del business che interessa. Questo significa comunicare con la propria banca se le ultime transazioni siano sospette o meno, oppure con una compagnia di linea su eventuali ritardi del volo. Noi tutti riceviamo simili messaggi già oggi - attraverso i classici SMS e le chiamate - noi vogliamo testare degli strumenti che permettano di farlo anche su WhatsApp, offrendovi ancora un'esperienza d'uso senza pubblicità e spam.
La strategia potrebbe essere vincente, d'altronde anche dietro Facebook Messenger si nasconde un modello simile (supportata dall'applicazione Facebook che di pubblicità invece ci vive). Koum ha quindi preannunciato questo importante cambio di direzione, ma sul nuovo modello ha anche svelato che "non è stata scritta ancora una singola linea di codice".
Si tratta come ovvio di una scommessa che punta sulla lunga distanza, una mossa che interromperà il flusso di denaro da WhatsApp in vista del nuovo modello.
                                                                                                                                  da G

giovedì 28 gennaio 2016

Google nel mirino del fisco italiano: deve pagare 300 milioni di euro

Il fisco italiano ha dichiarato ufficialmente guerra ai grandi evasori. Dopo Apple, costretta a pagare 318 milioni di euro per coprire parte del buco di 800 milioni per l’Ires evasa tra il 2008 e il 2013, anche Google cade nella rete della Procura di Milano. Il pm Francesco Greco e il procuratore aggiunto Isidoro Palma hanno infatti notificato oggi ai manager italiani del gigante di Mountain View la richiesta di pagamento di 300 milioni di euro a parziale copertura del fisco evaso nel quinquennio 2008-2013 pari a 800 milioni.
Secondo i complessi calcoli effettuati dalla Finanza, un terzo dei 300 milioni equivarrebbe all’ “imponibile sottratto a tassazione”, mentre la rimanente parte alle “ritenute non operate". Partono così ufficialmente il contenzioso penale e quello amministrativo, e alla fine della lunga strada ancora da percorrere, lo Stato potrebbe “accontentarsi” di ricevere una cifra pari a circa220-270 milioni di euro. Nel caso in cui Google non accettasse il compromesso, la cifra finale potrebbe essere nettamente superiore per il carico di penali e interessi maturati.
Così come nel caso di Apple, lo Stato italiano richiede a Google di versare le tasse nel Paese in cui l’azienda californiana vende i propri prodotti, e dunque non in Irlanda in cui è ubicata la sede legale. In gergo si parla di “esterovestizioni”, ovvero di casi in cui la localizzazione (più o meno reale) all’estero della sede fiscale di un’azienda giustifica il pagamento delle tasse in Paesi in cui il regime fiscale è più “morbido” che altrove (in Irlanda la tassazione è pari al 12%).
Diversamente da Apple, però, al momento non è ancora stato trovato alcun accordo, e questo potrebbe inasprire la sanzione finale.

“Google rispetta le normative fiscali in tutti i Paesi in cui opera”, ha recentemente affermato un portavoce di Google. “Continuiamo a lavorare con le autorità competenti.
In realtà il caso italiano non è l’unico in corso, poiché Google ha dovuto recentemente accettare il pagamento di 130 milioni di sterline nel Regno Unito a fronte di un imponibile evaso di 4 miliardi ed ha un contenzioso ancora aperto in Francia per una posta di circa 500 milioni di euro.

Uncharted 4: Fine di un ladro


Uncharted 4: Fine di un ladro
PS4
Data Uscita: 27 aprile 2016  
Genere: Action-Adventure
Sviluppatore: Naughty Dog  
Produttore: Sony  
Distributore: Sony

UNCHARTED 4 È BELLO COME POCHE ALTRE COSE AL MONDO

L'inizio è stato clamoroso, con delle conferenze fantastiche. I giochi visti in fiera pure hanno fatto godere non poco me e gli altri del team di IGN. E la chiusura è stata a dir poco spettacolare.Questa chiusura, sicuramente, ma anche l'ultimo gioco che sono andato a vedere prima di uscire dal Convention Center di Los Angeles, ovvero Uncharted 4.
Ebbene sì, per una serie di coincidenze e incastri di appuntamenti vari, il prossimo lavoro di Naughty Dog è stato proprio il dulcis in fundo di una fiera eccellente. La software house californiana non lascia ancora giocare alla stampa il suo nuovo gioiello, ma la demo a cui ho assistito (giocata da loro) è stato un qualcosa di spettacolare, anche per le modalità di fruizione, che manco a farlo apposta sono le mie preferite: saletta di pochissimi metri quadrati, televisore, divano a un metro di distanza. Esattamente come gioco a casa mia e quindi esattamente il modo migliore, per me, per godere di un titolo e/o apprezzarne l'impatto visivo.E, ragazzi, l'impatto visivo di Uncharted 4 è devastante. Non solo per una realizzazione tecnica spaziale (con sicuramente qualcosina da rivedere ancora, ma comunque già incredibile), ma soprattutto per una cura nella regia in-game, per le animazioni fuori di testa e per un'attenzione al dettaglio che definire maniacale potrebbe non bastare a rendere l'idea. Credo di essermi trovato di fronte a uno spettacolo forse addirittura superiore a quello garantito da Uncharted 2 nel 2009. E se vi ricordate bene cos'era quel gioco in quel preciso periodo, beh, allora questo sì che può darvi un'idea di quello che intendo.
La demo giocata da Naughty Dog davanti agli occhi (a tratti increduli, costantemente deliziati) miei e di un paio di colleghi è la stessa che Sony ha utilizzato per chiudere la sua conferenza. Con la differenza che andava avanti per altri dieci minuti buoni, probabilmente ancora più spettacolari di quelli mostrati al mondo intero. Cioè, del tipo che, chiacchierando con i colleghi, ci si chiedeva come mai non fosse stata mostrata anche questa parte, durante la conferenza Sony. E la risposta più logica che ci è venuta in mente è che "era roba troppo figa".Scherzi a parte, il pezzo mostrato nella conferenza Sony (che potete rivedere nel primo video di questa pagina in maniera nuda e cruda, o con il commento di giopep nel video immediatamente qui sopra) finiva con Nathan Drake appeso alla corda del suo rampino, che sta per andare a sbattere contro un'impalcatura in legno. Poco prima del momento dell'impatto, il video finisce. Nella stanzetta di Naughty Dog, invece, ho avuto modo di vedere la parte successiva, che riesce a mantenere lo stesso incredibile ritmo (in grado di far impallidire una marea di film d'azione) e a mostrare anche altri interessanti elementi di gameplay, come scazzottate e sparatorie, tipiche della serie.
A un certo punto Nate si ritrova attaccato con il rampino a un veicolo, che lo trascina nel fango, nel bel mezzo di una sparatoria, in cui il giocatore deve prendere la mira e colpire i nemici mentre è sballottato a destra e a sinistra dalla macchina che continua a correre. In questa e in tutte le altre fasi di questa demo i dettagli grafici sono allucinanti. La corsa di Nathan si ferma quando la jeep che sta guidando (sì, più avanti torna alla guida) esplode e il fuoco fa veramente gridare al miracolo per come è realizzato bene, rispetto a quello che siamo abituati a vedere in altri giochi.
Anche le animazioni facciali di tutti i personaggi coinvolti, comunque, lasciano a bocca aperta. Ogni azione compiuta da Drake e dagli altri è accompagnata dalla giusta espressione. Non c'è mai la sensazione di trovarsi di fronte a un personaggio "finto", mai. Nel giro di pochi secondi sulla faccia del protagonista è possibile leggere curiosità ("Dove sono finito?"), presa di coscienza ("Ah, sì, nella macchina che si è capottata"), paura improvvisa ("Ah, e sta pure per esplodere!") e tante altre emozioni, tutte chiarissime e inequivocabili, con transizioni dall'una all'altra che normalmente si vedono solo nei film in computer grafica.l volto di Elena Fisher, personaggio ricorrente nella serie, chiude la sequenza e conferma l'incredibile livello raggiunto da Naughty Dog nel modellare facce che hanno il pregio di sembrare sorprendentemente vive, ancor più che assolutamente realistiche.
Uncharted 4 è probabilmente una spanna sopra a qualunque altra cosa esistente al momento nel mondo dei videogiochi, almeno dal punto di vista estetico e indubbiamente anche per ciò che riguarda la sceneggiatura delle scene d'azione. La demo giocata da Naughty Dog è una sequenza di 15-20 minuti in cui non c'è un attimo di respiro, un tripudio di azione mozzafiato e grafica meravigliosa, tra l'altro caratterizzata anche da colori fantastici.
Se a tutto questo viene aggiunto anche semplicemente il gameplay di buon livello che abbiamo avuto nei precedenti episodi, Uncharted 4 avrà tutto ciò che serve per poter contendere ad Uncharted 2 il titolo di miglior episodio della serie. Il che, inevitabilmente, lo porterebbe a diventare uno dei migliori giochi d'azione e avventura di tutti i tempi. Aspettiamo tutti con ansia di approfondirne la conoscenza nei prossimi mesi.
                                                                                da G.

Sony ps4 recensione

Arriva la next-gen di Sony. Design e funzionalità 

di una console

 che parte alla grande.

Se ne sta imponente, rigorosamente in verticale, accanto alla TV. É decisa, spigolosa, distinta.
Nella semplicità delle forme la console risalta, grazie agli incavi che fungono quasi da linee prospettiche e agli angoli taglienti: è una macchina con una personalità forte, molto elegante nel contrasto tra le plastiche opache e la parte superiore, lucida come una lama.
PlayStation 4 è un piccolo gioiello di design: monolitica come la storica Ps2, ma con una silhouette più "penetrante".
Estratta dalla scatola, la console è leggerissima, compatta, e trasmette una buona sensazione di solidità. E' la cura per i dettagli che colpisce fin da subito: i due tasti per l'accensione e l'espulsione del disco dal tray sono quasi nascosti sul lato corto della console, si attivano sfiorandoli con un dito. Anche il lettore è sottilissimo, quasi invisibile, e non interrompe la continuità estetica della superficie frontale. Posizionata in diagonale, con un lembo che si allunga fino ad arrivare dietro il televisore, la console sembra avere un fascino magnetico che acchiappa tutti gli sguardi. O forse, chissà, è solo l'emozione per l'arrivo della Next-Gen.
Ps4 non ha alimentatore esterno, e visti gli ingombri ridotti della console sembra quasi un piccolo miracolo: il cavo si infila direttamente nella presa e via. Non c'è neppure il tasto d'accensione, e adesso la macchina "dorme" in uno stato di stand-by a basso consumo energetico, che gli permette tuttavia di ricaricare il DualShock 4 anche quando è spenta.
Sul retro si trovano poche porte, quelle indispensabili: connessione ethernet, un'uscita digitale ottica per il suono, una porta ausiliaria che servirà per la PlayStation Camera. Ed ovviamente l'HDMISony abbandona totalmente Component e Composito, e sposta finalmente l'attenzione sulla qualità dell'output video, supportando questa nuova politica con il cavo ufficiale in dotazione, presente direttamente nella scatola. L'unico problema, ad oggi, è rappresentato dalla protezione HTCP attiva sul segnale, che rende impossibile l'acquisizione diretta di video. Ci sono ovviamente le opzioni di sharing integrate, che permettono di condividere video su Youtube e fare Live Streaming su Twitch e Ustream, ma speriamo che in futuro Sony voglia lasciare un po' più libertà anche a chi vuole divertirsi con i video "homemade".
All'accensione, il solco che corre lungo la console si illumina di un blu elettrico. Il suono è identico a quello di Ps3, ed i tempi di accensione si aggirano attorno ai 20 secondi. Quando la console è attiva, la luce del led si ammorbidisce, diventa bianca. E' uno di quei tocchi di classe che ti strappano ogni volta un sorriso, come fu il logo rotabile di novanta gradi nei primi modelli delle vecchie console.
PlayStation 4 è silenziosissima. Non c'è un sibilo, e bisogna avvicinarsi davvero molto per sentire la ventola in funzione. Il livello di rumore stimato è meno della metà rispetto a quello di PlayStation 3, e la gestione intelligente delle ventole stupisce: anche nel corso di lunghe sessioni di gioco il sistema di raffreddamento non si attiva all'improvviso, ma cambia dinamicamente e senza scatti, per adattarsi alle necessità di dissipazione del calore. L'abbiamo tenuta accesa per lunghe ore, ma la superficie posteriore di Ps4 non si è mai scaldata eccessivamente.
E la "scheggia nera" di Sony sembra davvero una console da urlo: i primi giorni passati in sua compagnia sono pieni di tutte le emozioni che abbiamo sognato nei lunghi mesi d'attesa. La console è bella, elegante, persino "seducente": il centro nevralgico del salotto del videogiocatore, "affilata" e silenziosa.
Stringiamo in mano il DualShock 4, e ci lanciamo quindi ad esplorare tutte le meraviglie della nuova interfaccia.
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Un nuovo Sistema operativo


La prima schermata che ci troviamo di fronte ci chiede di accedere alla Ps4 utilizzando uno dei profili esistenti, oppure come "ospiti". Grazie a questa seconda opzione possiamo effettuare il login con il nostro account PSN anche sulla console di un amico, magari per scaricare un titolo presente nella nostra libreria e giocare insieme: il tutto senza esporre i dati sensibili, che verranno appunto cancellati al primo logout.
Effettuato l'accesso, veniamo accolti dall'interfaccia principale di PlayStation 4: lo schermo viene invaso da un blu sfumato, mentre una striscia orizzontale esibisce l'elenco delle opzioni, in ordine inverso rispetto a come l'abbiamo trovato su Ps3. Adesso lo spegnimento ed il pannello delle impostazioni sono posizionati sulla destra. La prima icona è dedicata all'accesso al PSN, ed al centro troviamo la lista amici, le notifiche, la chat vocale e i trofei.
Fin da subito si nota una migliore impostazione dei menù: tutte le opzioni di gestione della memoria e dei dati salvati finiscono direttamente nel campo impostazioni, lasciando che al centro dello schermo il focus sia quello sul gaming e sulla gestione dei propri contatti.
Sotto a questo primo elenco, infatti, c'è una seconda striscia di icone quadrate, più grandi, che ci permette di accedere con un click alle applicazioni installate in memoria (preparatevi a download piuttosto estesi: Killzone,Knack e Resogun occupano circa 70 GB di memoria sulle 400 complessivamente a disposizione).
La nuova soluzione è funzionale ed elegante, permette di accedere facilmente ai giochi in libreria o avviare il caricamento del disco. L'aspetto globale risulta più ordinato e pulito: Sony non abbandona lo stile della Cross Media Bar, ma prepara la sua User Interface per un'era sempre più concentrata sul digitale. E soprattutto si sforza di eliminare tutte le complicazioni, snellendo i contenuti dei menù per migliorare sensibilmente l'esperienza utente.
L'interfaccia di Ps4 è insomma promossa a pieni voti. Purtroppo la console Test in nostro possesso non ci ha ancora permesso di provare tutte le funzionalità della macchina. Ad esempio abbiamo dovuto lasciar fuori la "Party Chat", che permette di creare stanze in cui otto utenti possono parlare indipendentemente dal titolo a cui stanno giocando. Nei prossimi giorni eseguiremo prove approfondite, ma sembra che il sistema, oltre a permettere addirittura di rimanere in più stanze contemporaneamente, funzioni piuttosto bene.
Non facciamo fatica a crederlo, perchè durante le nostre prove PlayStation 4 ha mostrato un'ottima gestione delle applicazioni in background. Premendo il tasto PS sul DualShock 4 è possibile tornare al sistema operativo, scorrere fra le opzioni, fermarsi a guardare i trofei (adesso hanno anche un indicatore che ne segnala la rarità), e addirittura scorrere fra le opzioni per cambiare risoluzione e uscita audio: tutto senza dover chiudere l'applicazione eseguita, a cui si può tornare in un lampo con un doppio click del pulsante al centro del pad.
L'usabilità del sistema, insomma, è su un altro pianeta, con tempi di transizione e caricamento ridotti all'osso, ed una velocità di navigazione finalmente adeguata ad un hardware prestante.
Nel menù delle opzioni troviamo anche due voci per connettere Ps4 all'applicazione ufficiale (aggiornata giusto oggi) ed a PsVita, che può fungere da second screen e controller, ma essere anche utilizzata per il remote play. Purtroppo anche queste funzionalità erano off-limit, ma nei prossimi giorni potrete leggere le nostre impressioni in articoli dedicati.
Resta, al momento, il fatto che Sony lancia la sua console con un Sistema Operativo efficace, valorizzato da un minimalismo grafico che non mette in secondo piano il design ricercato e distinto. Menù ben organizzati e rapidità senza precedenti galvanizzano l'esperienza utente, integralmente revisionata. Dalle nuove notifiche per i trofei alle opzioni social, Ps4 mette davvero al centro della scena un'idea nuova di videogaming, troncando le lungaggini della vecchia console e dimostrando di aver ascoltato i giocatori, lavorando per risolvere i problemi storici di Ps3.
Vedremo come verranno gestiti gli aggiornamenti, quando verrà massimizzata la compatibilità coi formati audio (al lancio Ps4 non leggerà CD e file Mp3), e quando ancora arriverà il supporto ad Hard Disk esterni (quantomai necessario visti gli "ingombri" dei titoli next gen). Da valutare anche la gestione dei Download, che permetterà di cominciare a giocare già pochi minuti dopo l'avvio dello scaricamento.
Insomma, com'è giusto che sia al lancio, PlayStation 4 andrà scoperta poco a poco, e noi lo faremo nelle prossime settimane insieme a voi. Ma la partenza della Next-Gen Sony è quanto mai efficace, e segna un grande passo avanti per l'azienda, per il gaming, ma soprattutto #4ThePlayers.
                                                                                                                                                         da G

Il nuovo crossover giapponese:Infiniti Q30

La nuova Infiniti Q30: un Crossover da urlo

Questa vettura giapponese, nata sulla base della Mercedes Classe A è la prima auto media del marchio di lusso della Nissan. La carrozzeria, grande quanto quella del crossover Mercedes GLA, ha le linee elaborate, specie nella zona del montante posteriore, con fiancate percorse da evidenti nervature, vistosi i rigonfiamenti del cofano e originali montanti ricurvi posteriori.

L'abitacolo ha un aspetto elegante, ma ha parecchi dettagli che ricordano la parentela con Mercedes, come i tasti per gli alzavetro, quelli del climatizzare e dei sedili elettrici anteriori, il sistema multimediale nella console, i pulsanti sul volante e la strumentazione. I materiali nel complesso sono di buona qualità, specie le plastiche morbide della parte superiore e i rivestimenti del soffitto e dei montanti; deludono, invece, certi materiali in basso. Non convincono anche il tasto delle "frecce d'emergenza", e quelli del climatizzatore, molto in basso nella console e un pò coperti dalla leva del cambio. Discreto lo spazio per i passeggeri; piccolo il baule, che ha anche la soglia di carico alta da terra 73 cm. I motori sono 1.6 turbo a benzina da 122 CV e 156 CV, il 2.0 turbo da 211 CV abbinato alla razione integrale e il 1.5 a gasolio da 109 CV, affiancato dal 2.2 da 170 CV anche con la trazione 4x4. Le trasmissioni sono manuale a sei marce e robotizzata a doppia frizione a sette marce DCT. La Infiniti Q30 ha una dotazione abbastanza completa, che prevede di serie per tutte le versioni: 7 airbag, climatizzatore manuale, controllo arretramento in salita, cruise control, sedili riscaldabili e posteriore frazionato.

OCULUS RIFT DK2 la recensione

In attesa della versione consumer (CV1) di Oculus Rift, prevista tra il 2015 e il 2016, riteniamo che il Development Kit 2 (DK2) di Oculus VR abbia ancora tanto da dire.


Oculus VR, fondata da Palmer Luckey e acquisita da Facebook per 2 miliardi di dollari, sta scrivendo in maniera indelebile la storia della realtà virtuale. In questo percorso contagioso si sono accodati innumerevoli concorrenti più o meno capaci, ma accomunati da un senso di consapevolezza per cui oggi finalmente l'uomo può mettere le mani su una tecnologia considerata, solo pochi anni fa, mera fantascienza ed etichettabile come "binario morto". 

Oggi vi proponiamo la recensione dell'Oculus Rift DK2, attualmente unico visore di realtà virtuale disponibile sul mercato. Questo visore, realizzato da Oculus VR con un concentrato di tecnologie altamente performanti, sta lasciando a bocca aperta i fortunati di tutto il mondo che ne possono provare le potenzialità anche se per pochi minuti. 




La scatola contenente il DK2 si presenta più scarna della stilosa custodia in plastica riservata al predecessore DK1, ma passiamo istantaneamente ad analizzarne il contenuto. Appena aperto il cofanetto in cartone, sale subito un senso di "massima urgenza" che ci spinge a rendere il dispositivo operativo il prima possibile. Il visore nero dal peso davvero molto contenuto (440g) appare al tatto compatto, resistente e dai materiali ben selezionati. 

La sua cinghia, che andrà a posizionarsi nella parte centrale della nostra testa fino alla nuca, conferisce maggiore stabilità ad un peso già di per sè ben contenuto e sapientemente distribuito. La cinghia è regolabile in maniera ottimale per qualunque esigenza; il consiglio è di assicurarla molto bene nella parte posteriore. In questo modo, dopo qualche minuto di gaming, non farete più caso all'ingombro indossato. 




Ai lati, il DK2 presenta due incavi azionabili con due monete in entrambi i sensi: questa funzionalità permette di avvicinare il display e le lenti ai nostri occhi o, se necessario di allontanare di qualche millimetro il tutto per una più confortevole visualizzazione. La maschera che aderisce al nostro viso è morbida e tiene molto bene anche sudorazioni importanti dovute a sessioni intensive di horror e ansia o di guida estremaLe lenti sono di ottima qualità e consentono una visualizzazione nitida e ben distribuita del display posto dietro di esse. Il nostro consiglio è di disporre, nelle immediate vicinanze, del panno in tessuto delicato (fornito da Oculus VR) per intervenire eventualmente su goccioline di condensa che possono crearsi sulle lenti.

Indossato il visore, è buio quasi totale. Nelle pertinenze degli zigomi vi sono tuttavia piccole prese d'aria adibite ad una naturale ventilazione della camera interna e dalle quali, se alzate la testa e rivolgete gli occhi verso il basso, è possibile anche individuare mouse, tastiera, joypad nelle vicinanze per attivare un comando in particolare o semplicemente per posizionarvi le proprie mani l'istante prima di catapultarci in un'esperienza VR. 

Nella scatola sono incluse altre due lenti da sostituire a quelle già montate nel dispositivo solo in caso di problemi di vista. Il campo di visuale (Field of View) che le lenti sono in grado di riprodurre va da un minimo di 90° ad unmassimo di 110°. Per chi porta gli occhiali è comunque possibile indossarli e su di essi riporre con cautela il visore. Non è il massimo, ma agendo sui selettori di cui vi parlavo per impostare la lontananza del display, è possibile creare lo spazio necessario per indossare il DK2 pur indossando un paio di lenti da vista. Naturalmente guardare con delle lenti attraverso altre lenti degenera parzialmente l'esperienza, ma teoricamente è sostenibile. La cinghia che passa sopra la nostra testa ospita il cavo, con terminale sdoppiato in USB e HDMI, che dal visore andrà poi connesso al nostro PC. A tal proposito vi consiglio di controllare che il vostro computer disponga di una porta USB 2.0 ed di una porta HDMI vicine tra di loro altrimenti potrebbero configurarsi problemi seri legati alla lunghezza di cavi. 

Il cavo principale è adeguatamente lungo e ci consente di muoverci agevolmente restando in posizione seduta e, in alcune circostanze, anche compiendo alcuni movimenti in piedi. Nella custodia vi è poi, oltre ad adattatori europei/USA, la microcamera da posizionare davanti a noi ad una distanza consigliata non inferiore ai 50cm



La microcamera ha due uscite: una è riservata ad un cavo USB che la collega al PC. Avremo dunque bisogno diuna seconda porta USB libera su PC per alimentarla separatamente. L'altra uscita serve per un cavo di collegamento che la interfaccia con il cavo del DK2 (quello che termina con doppia uscita USB e HDMI). 

Quest'ultimo cavo, oltre a sdoppiarsi nella parte terminale, possiede una piccolissima scatoletta di raccordo di 3cm x 2cm nella quale connettere il cavo proveniente dalla microcamera ad infrarossi. La procedura di montaggio è illustrata in maniera essenziale dalla guida veloce in lingua inglese contenuta nella confezione. 





In ogni caso noi siam sempre qui disponibili per eventuali problemi e difficoltà. Prima di effettuare i vari collegamenti è necessario installare il software specifico (runtime dll di Oculus VR) scaricato precedentemente dal sito di Oculus. Vi consigliamo caldamente di installare anche Virtual Desktop v0.9.28, un'applicazione gratuita (che abbiamo recensito qui) che vi consente di visualizzare il vostro desktop su uno schermo virtuale grande decine di metri quadrati; utilissimo per operare con il sistema operativo mentre indossiamo il visore DK2. Ricordate che se il vostro notebook o desktop è collegato tramite HDMI ad un monitor o televisore esterno bisogna fare molta attenzione e di seguito ve ne spiego il motivo. 

Innanzitutto fate una copia dei dati del vostro computer prima di installare le runtime di Oculus e assicuratevi che prima di iniziare l'installazione del software specifico menzionato, il cavo HDMI che porta alla TV o al monitor siadisconnesso. E' molto probabile infatti che se installate il software con la porta HDMI del vostro computer già impegnata, al momento del riavvio richiesto per terminare l'installazione dello stesso, vi compaia una schermata blu che vi rende impossibile in qualunque modo l'avvio del sistema operativo. 




Questo imprevisto l'ho constatato personalmente sia su computer dotato di Windows 7 che su macchine dotate di Windows 8.1 quindi fate molta attenzione. Punto 1: porta HDMI del nostro PC libera. Punto 2: installazione, completa di riavvio, del software Oculus precedentemente scaricato (ricordandosi che la porta HDMI del computer deve essere libera prima del riavvio). Punto 3: connessione, come da guida veloce nella confezione, del visore e della microcamera al computer. 

Inoltre, dal momento che abbiamo installato il software di Oculus VR dovremo disconnettere il cavo HDMI dal nostro computer tutte le volte prima di riavviare o spegnere il PC altrimenti la schermata blu potrebbe ricomparire. Acceso il DK2, dopo aver effettuato i passaggi precedenti, avremo una visuale invertita di 90° in quanto i settaggi video del display sono impostati come fosse lo smartphone Samsung Note 3. Il visore inoltre possiede una trentina di sensori che dialogano con la microcamera posizionata davanti a noi. Questa microcamera ad infrarossi genera un prisma volumetrico, che ci avvolge e prosegue dietro di noi, in grado di tracciare e riportare in ambiente virtuale tutti i movimenti che il visore compie all'interno di questo prisma. 

Il risultato è una perfetta corrispondenza dei movimenti anche più piccoli (battito cardiaco, circolazione sanguigna) che da reali diventano virtuali e conferiscono un senso di presenza totale. L'Oculus Rift DK2 èattualmente ordinabile dal sito di Oculus VR che lo consiglia caldamente agli sviluppatori in attesa della versione per il pubblico che dovrebbe uscire a fine 2015-inizi 2016. 

                                                                                                                                                  da G

La "Bentley" cambia faccia

La famosa casa automobilistica conosciuta per le sue auto di lusso, confort e velocità messe assieme, tenta di eguagliare la Mercedes nel mondo dei SUV.
 
 
Per più di 95 anni, Bentley ha creato automobili eccezionali in costante ricerca della squisita, il potente e l' individuo. E ora line-up di oggi del pinnacolo Mulsanne, il lussuoso incitamento volante, berlina e la potente gamma Continental si unisce per la loro definizione di SUV, Bentayga.
La Bentayga offre un comfort imparagonabile e raffinatezza con un controllo completo anche nelle condizioni più estreme. La reinterpretazione di tratti sottili di desing firma del marque, dal super-formato, ultra tagliente powerline all' interno artigianale. È il perfetto equilibrio tra sportiva e la presenza di SUV. Tecnologia innovativa completa l ' esperienza, che collega il guidatore e passeggeri con tecnologie di infotainment e di assistenza alla guida di Bentley più avanzate e intuitive. Il motore V12, il 12 cilindri più avanzato del mondo una riprogettazione terra-up offre la migliore combinazione di potenza, coppia e l'efficienza in ogni SUV, con una velocità massima di 301 km/h con uno scatto da 0 a 100 km/h in 4,1 secondi. Ma le prestazioni non sono solo questione di velocità allo stato puro, la Bentayga può trainare fino a 3.500 kg con molta facilità e prende tutti i tipi di fuori strada nel suo passo.
La visione dei progettisti Bentley è stata quella di estendere i valori di questo progetto dei materiali esclusivi e individuali, e il trasporto di autentico lusso per i nuovi paesaggi. Reinterpretando il loro linguaggio stilistico rispettando la linea di sangue della marca che ha fatto la Bentayga inconfondibilmente Bentley. Dalla griglia distintiva della matrice e quattro fari tondi familiari ai materiali di lusso e attenzione al dettaglio nella cabina interna artigianale. Tecniche di produzione innovative aggiungono un look che è allo stesso tempo familiare eppure lo distingue da altri SUV.
La Bentayga ha la potenza, prestazioni e abilità tecnologiche per imporsi sul più impegnativo dei terreni, ma con l'arte e la finezza di sopportare l'esame più estremo. Il design dei turbocompressori è stato ottimizzato per offrire migliori prestazioni ed efficienza rispetto al passato. E la Bentayga è in grado di mettere la sua coppia a lavorare in altri modi pratici. Il nuovo motore V12 sviluppa una coppia 5-90% entro 1,1 secondi, due volte più veloce del suo predecessore. Questo aiuta la Bentayga a operare perfettamente in tutte le condizioni fuori strada, ad angolo laterale e longitudinale fino a 35°. La Bentayga presenta il primo 48V elettronico Roll Control attivo in qualsiasi auto per i tempi di risposta eccezionali. Quando il veicolo entra in un angolo, il sistema riduce automaticamente al minimo il rollio. Il suo prezzo si aggira attorno ai €200.000 


                                                                -A

mercoledì 27 gennaio 2016

Ecco la nuova Toyota "RAV 4 "

Gennaio è definitivamente il mese dei SUV. Arriva finalmente la nuova Toyota RAV 4, modello molto discusso da tutti e definito anche il peggiore poiché ci si aspettava molto di più dalla famosa casa automobilistica che ha lanciato nel mercato il "SUV".


La nuova Toyota cambia il look e ricalca quella della berlina Auris con una mascherina piu sottile  raccordata dai fari sagomati a formare un motivo a "V" che termina nel logo Toyota. Rivista anche la forma dei paraurti e dei fari fendinebbia; in coda cambiano fanali, paraurti e protezioni sottoscocca. All' interno, ridisegnata la leva del cambio, va registrata la cospicua aggiunta di vani portaoggetti; la Toyota promette poi materiali migliori e plastiche soffici al tatto. Nessuna novità sul fronte-motori, mentre è inedita la versione SE, dall' allestimento sportivo e cerchi da 18". Debutta, soltanto adesso nel 2016, la versione Hybrid con un motore da 2.5 litri a benzina collegato alle ruote anteriori e coadiuvato da un motore elettrico; un altro motore elettrico trasmette il moto alle ruote posteriori, realizzando al momento del bisogno uno schema di trazione integrale senza albero di trasmissione. La potenza complessiva di questi motori è di 197 cavalli. Il prezzo di questa auto parte da 25.500 del modello standard.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               -A

Arriva la nuova Renault Mègane: lo stile per distinguersi.


Arriva la Renault Mègane: più grande, più bella e sopratutto più veloce.

Cresce nelle dimensioni, come previsto, a Francoforte debutta la quarta generazione della Renault Mègane: per ora è una berlina a cinque porte basata su piattaforma modulare CMF, ma è certo che arriveranno a breve altre varianti di carrozzeria. Rispetto al modello precedente, le dimensioni crescono in lunghezza, in larghezza e passo. La Casa francese ha lavorato con raffinatezza sulla volumetria interna, con la capacità di carico che parte da 434 litri, un valore di tutto rispetto per un'auto di questa categoria.

Le linee sono morbide, influenzate da quelle recenti della Clio e Talisman, con l'ormai caratteristica mascherina a "V" raccordata ai fari: l'impressione è quella di una maggiore grinta per la nuova Renault Mègane. In abitacolo compare il sistema multimediale R-link 2 con schermo da 8,7"; il computer di bordo collocato tra i quadranti della strumentazione ha uno schermo con diagonale da 7". Tra gli accessori a richiesta, spiccano gli interni in materiale pregiato, riscaldabili e con funzione di massaggio.

Due motori a benzina e due a gasolio previsti al lancio per la Renault Mègane. A benzina ci sono il 1.2 TCe Energy da 100 CV e il 1.2 TCe da 130 CV; a gasolio il 1.5 dCi da 90 o 110 CV. Prevista anche una versione sportiva chiamata GT, con motore 1.6 a benzina da 205 CV o diesel 165 CV; per entrambe, cambio EDC a sette marce per la più potente e a sei per la diesel. Dal 2017, secondo Renault, sarà disponibile un diesel chiamato Hybrid Assist, con recupero dell'energia cinetica in frenata. La versione GT, oltre all'allestimento estetico specifico, prevede un assetto dedicato, la sterzatura dell'asse posteriore e la modalità di guida RS, che si affianca alle altre quattro previste di serie.

Dalle più grandi Espace e Talisman proviene il sistema Adas che comprende vari dispositivi per la guida assistita: vi sono il cruise control, la frenata automatica d'emergenza, il dispositivo per il mantenimento della carreggiata e il riconoscimento dei segnali stradali, il rilevamento dell'angolo cieco, la gestione automatica degli abbaglianti e l'assistenza al parcheggio con retrocamera.

Samsung Gear VR: la Recensione

Il Gear vr è il visore di Samsung realizzato in collaborazione con Oculus(nel prossimo post faro anche la recensione del oculus rift) ed è l'evoluzione della versione realizzata per il tablet Note 4. Questo visore quindi, non è adattabile a tutti i modelli di smartphone . L'alloggiamento è infatti predisposto per i due modelli top di gamma Samsung, Galaxy S6 ed S6 Edge. Quindi per utilizzare il visore, che sfrutta il display dello smartphone per riprodurre i contenuti multimediali utilizzando la tecnologia side by side come già ampiamente spiegato negli articoli che trovate a seguire, sarà necessario avere uno dei due modelli sopra citati. Ne consegue che il primo limite è che il visore che ha un costo non proprio irrisorio di 199 euro oltre all'acquisto dei Galaxy S6.Per quanto riguarda il design: il Gear Vr è in sostanza una maschera di plastica di ottima fattura con linee moderne e una buona ergonomia. E' dotato di due lenti in plastica e di una spugna per permettere un adesione al viso ottimale e comoda. Inoltre è costutuito da un connettore micro-usb dove va incastrato il telefono, un entrata sempre micro-usb per caricare il visore (in realtà lo smartphone) in modo da non interrompere la visione e da un sistema di cinghie imbottite e regolabili. Presente inoltre la classica rotellina per regolare il focus in base alla vista e i tasti fisici per la modifica del volume e il tasto indietro.
Il livello di interazione maggiore è garantito grazie ad un touchpad che permette di interagire e selezionare i vari contenuti e riconoscere il tocco registrando e interpretando gli swipe orizzontali o verticali, che ci permettono di muoverci all'interno della scena virtuale e selezionare le varie opzioni del menu di sistema. Nella parte interna del visore troviamo infine un sensore di prossimità, che è in grado di capire quando si sta indossando il dispositivo o quando invece lo si toglie mettendolo in pausa automaticamente il contenuto.
Software e interfaccia:
Molto interessante la parte software o meglio lo store dedicato e la relativa interfaccia. Non appena viene inserito il visore comparirà lo store da cui è possibile scaricare tutti i tipi di contenuti disponibili. L'interfaccia è strutturata con una grafica a piastrelle di facile ed intuitiva consultazione: sulla sinistra troviamo i due store, quello Oculus e quello Samsung, al centro una parete con le ultime applicazioni disponibili gratis e a pagamento e sulla destra uno shortcut per la nostra libreria che contiene tutti i contenuti che abbiamo già scaricato. Per selezionare i contenuti multimediali basterà puntare lo sguardo su uno di questi e toccare il touchpad o sostarvi qualche secondo.
Tenendo premuto a lungo il tasto indietro invece, si accede ai vari settaggi per regolare diversi parametri.
Tramite questa parte dell’interfaccia si può infatti regolare la luminosità, selezionare la modalità non disturbare, impostare il modo comfort, che vira lo schermo su colori più caldi che dovrebbero affaticare meno la vista e si può anche attivare la fotocamera pass-trought. Quest’ultima voce non fa altro che attivare la camera posteriore e trasmettere le immagini direttamente nel Gear VR, in questo modo si può vedere quello che accade intorno a noi senza bisogno di togliere il visore.
Le app sono divise in tre categorie: contenuti multimediali di vario tipo, giochi trailer e film. Abbiamo le applicazioni vere e proprie, come Oculus 360 Photos e 360 Videos, che servono per vedere foto e video girati con una tecnica particolare che permette una visione a trecentosessanta gradi dell’ambiente circostante, o Oculus Cinema, per vedere i propri filmati trailer cinematografici o corti come se fossero proiettati sullo schermo di un cinema o home cinema.
Tra le applicazioni la maggior parte risultano essere a pagamento ma provando e facendo provare le app gratuite disponibili ce ne sono alcune davvero molto ben fatte e piacevoli.
In particolare l'app Vrse contiene mini video di vario genere molto d'effetto, tra cui l'horror Catatonic veramente molto coinvolgente o Evolution altrettanto emozionante. Potete vedere i contenuti di questa app utilizzata nel video introduzione alla realtà virtuale.
Presenti anche molti giochi peraltro caratterizzati da un'ottima grafica peraltro, in cui potrete interagire con il touchpad muovendovi come Temple Run o gli sparatutto spaziali e non. Insomma con il Gear VR non ci si annoia quasi mai.
L'analisi fatta fino ad ora è sicuramente positiva e questo visore che si colloca indubbiamente molti passi avanti rispetto a quelli economici. Ma considerato il prezzo di vendita ci sono anche dei contro da non sottovalutare.
In primo luogo come abbiamo detto il prezzo sopratutto considerato nell'insieme visore +smartphone. In secondo luogo non posso non citare l'impatto che il Gear VR ha avuto sulla mia persona, probabilmente a causa del fatto di aver utilizzato troppo e per troppo tempo il prodotto. Per dovere di cronaca è opportuno dire che ho accusato violenti mal di testa, vista affaticata e talvolta nausea. Sono comunque effetti collaterali da non sottovalutare anche se momentanei e non duraturi (un paio di giorni).
Inoltre l'effetto wow si ha indubbiamente le prime volte che lo si indossa ma per prolungarlo bisognerebbe non solo aumentare i contenuti, ma anche variarne il genere. Inoltre nonostante lo schermo definitissimo quad-HD e veramente di qualità come quello montato sui Galaxy S6, alcuni contenuti non si vedono benissimo ad esempio quelli dell'app little-starcinema, sono sfocati. Inoltre la maggior parte dei contenuti è grande e si avrà bisogno di una connessione wifi abbastanza veloce per scaricare i contenuti in un tempo accettabile, sia per vederle in streaming. Un altro contro da non sottovalutare è il surriscaldamento dello smartphone dopo pochi video e di conseguenza la batteria calerà spaventosamente.
Si tratta però di accorgimenti che sicuramente potranno essere migliorati in futuro. Al di là dei contro che inevitabilmente ci sono perchè possiamo considerarlo un dispositivo se non sperimentale quantomeno acerbo, il GEAR VR rimane uno dei visori più completi in commercio. Lo possiamo collocare a metà strada in una scala tra i visori economici provati (come il Google CardboardLeapHD) e quelli più avanzati quali il Vive o il project Morpheus di Sony che attendiamo di provare più approfonditamente.
Il prezzo rispetto ad altri visori è abbastanza elevato ma la differenza con quelli economici ènetta: sia dal punto di vista del design e dei materiali, sia per la qualità dei contenuti riprodotti e soprattutto per il senso di immersività all'interno della scena virtuale che questo Gear VR è in grado di trasmettere grazie anche all'ampio angolo di visione di ben 96 gradi.                                                                                                                                                                                                                                                        da G